Avrei dovuto iniziare a praticare danza orientale nel 2012 su suggerimento del mio medico, ma da brava procrastinatrice ho rinviato per due anni. I miei timori riguardavano sia insicurezze personali (non sono mai stata femminile e non ho il corpo florido che normalmente si associa a questo tipo di danza), sia alcuni pregiudizi legati a tale disciplina, spesso presentata come un'arte volta alla seduzione.
Per fortuna ho iniziato il mio percorso con Marta, un’insegnante appassionata e creativa con cui mi sono immediatamente sentita a mio agio. Ho scoperto così una danza aperta a tutti e il piacere di ballare con le proprie compagne, iniziando a prendere più confidenza col mio corpo e affrontando un po’ alla volta la paura di esibirmi davanti ad un pubblico.
Sono rimasta affascinata dall'estetica dello stile tribal praticamente da subito, così nel 2016 ho iniziato ad approfondire l’American Tribal Style® e la Tribal Fusion con lezioni e workshop di insegnanti italiane e non. Di questi due stili apprezzo tantissimo da un lato la complicità che si crea tra ballerine, necessaria per improvvisare in gruppo, e dall'altro la libertà di non avere vincoli, poter sperimentare con qualsiasi musica e qualsiasi movimento uscendo dagli schemi. Il mio obbiettivo è riuscire a trasmettere emozioni e sensazioni fondendo linguaggi diversi, adattandoli a ciò che sento.
Un altro aspetto che adoro della danza è la possibilità di creare i propri costumi, scegliendo accuratamente colori, dettagli e accessori per personalizzare i propri capi, indossando qualcosa di ideato e realizzato da noi stessi.

Dal 2018 faccio parte dei gruppi Miraggio Bellydance (Riviera del Brenta) e Gorgonia Dance (Bassano del Grappa).

Nel 2018 e nel 2019 ho partecipato alla quinta e all'ottava edizione del Tribal Destination Performance Project.